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Il dolore lombare

In vista di gare importanti e quindi in relazione ai periodi di maggiore intensità dei carichi di allenamento, alcuni atleti lamentano sindromi dolorose localizzate al tratto lombo sacrale.
Escludendo la preesistenza di patologie osteoarticolari, tali quadri possono avere cause diverse:

  • residuo di tossine e congestione vascolare, derivanti da una incapacità di recupero completo tra un allenamento e l'altro: la soluzione è rappresentata da un appropriata programmazione degli allenamenti e dal giusto intervallo di recupero fisiologico.
  • insufficiente riscaldamento generale e specifico, un buon riscaldamento permette di innalzare la temperatura del muscolo e di migliorarne nel contempo l'irrorazione sanguigna, il metabolismo e la elasticità, quindi, oltre ad un migliore rendimento, si possono evitare stiramenti e strappi muscolari; viene inoltre aumentato il trofismo dei tessuti privi di vasi sanguigni (cartilagini articolari e dischi intervertebrali).
  • inadeguato "defaticamento" al termine di ogni allenamento, oltre agli esercizi di stretching, che contribuiscono a riportare la muscolatura al giusto grado di tono e di elasticità ed aiutare nello smaltimento delle tossine accumulate, vanno anche effettuati esercizi di scarico della colonna vertebrale in modo tale da agevolare la reidratazione dei dischi intervertebrali; infatti l'allenamento in genere, tende a mantenere i dischi compressi, con conseguente deflusso di liquidi e compressione momentanea del metabolismo.
    Pertanto un "defaticamento" che imita il gesto tecnico, pur essendo funzionale per l'apparato muscolare e cardiocircolatorio, se non è seguito da opportuni esercizi di scarico della colonna vertebrale, può essere negativo ai fini del recupero fisiologico delle strutture passive (tessuto osseo e articolare, legamenti e tendini) e nel tempo contribuire a degenerazioni articolari discali.
  • squilibrio di forza ed elasticità della muscolatura deputata al fisiologico allineamento tra colonna vertebrale, bacino e femori; tali muscoli vanno rinforzati e nel contempo mantenuti elastici, con adeguati esercizi di potenziamento ed allungamento muscolare.

I primi due punti risultano di facile risoluzione, più complessi risultano lo scarico della colonna vertebrale e la correzione degli squilibri di forza ed elasticità della muscolatura deputata al mantenimento della corretta posizione del bacino e della colonna vertebrale.

Analizziamo in dettaglio alcune proprietà di questi muscoli, normalmente vengono divisi in due categorie: muscoli tonici (antigravitari o di sostegno) il cui scopo principale è quello di mantenere la postura e muscoli fasici deputati al movimento.

I muscoli tonici (quadrato dei lombi, psoasiliaco, semitendinoso, semimembranoso e bicipite femorale) hanno le seguenti caratteristiche:

  • hanno più fibre a contrazione lenta (rosse) pertanto si contraggono più lentamente;
  • sono estensori con funzione di abduzione e rotazione esterna;
  • tendono più facilmente ad accorciarsi a causa della continua tensione a cui sono sottoposti;
  • se non allenati si indeboliscono lentamente.

I muscoli fasici (i glutei e gli addominali) hanno le seguenti caratteristiche:

  • contengono più fibre veloci (bianche) e si contraggono più rapidamente;
  • appartengono al gruppo dei flessori con funzione di adduzione e rotazione mediale;
  • se non allenati si indeboliscono rapidamente.

L'azione preventiva o di ristabilimento della situazione anatomo-fisiologica della zona lombare dovrebbe seguire due direttive principali:

  • mantenere sempre forti i muscoli glutei, addominali ed estensori delle cosce sul bacino in quanto portano il bacino in posizione di retroversione (azione delordosizzante); in tal modo la lordosi lombare tende ad attenuarsi ed i carichi discali vengono scaricati perpendicolarmente ed in maniera equamente distribuita su tutta la superficie delle vertebre;
  • allungare e mantenere elastici i muscoli quadrato dei lombi, psoasiliaco e quadricipite femorale, in quanto contrastano la retroversione del bacino (azione lordosizzante).
Metodologia

Il metodo di rafforzamento muscolare deve partire da considerazioni di ordine fisiologico:

  • i muscoli addominali dovranno essere mantenuti sempre tonici, tendenti all'accorciamento, pertanto il rafforzamento deve essere effettuato con contrazione (flessione del tronco) completa e stiramento (estensione del tronco) incompleto, facendo perno sulla "cerniera" lombosacrale ed assumendo la posizione di notevole flessione delle cosce sul bacino in modo tale da limitare l'intervento del muscolo psoasiliaco (muscolo lordosizzante).
  • i muscoli della regione lombare eviteranno di accorciarsi e si manterranno elastici se si attua un buon programma di stretching ed un rafforzamento con contrazione (estensione del tronco) incompleta e stiramento (flessione del tronco) completo; tale movimento deve avvenire attorno alla "cerniera" lombo sacrale se infatti il punto "cerniera" è la articolazione coxo-femorale il maggiore impegno è supportato dai muscoli glutei e dagli estensori della coscia sul bacino.
  • la colonna vertebrale dovrà essere scaricata al termine di ogni seduta di allenamento in modo che si ristabilisca la normale idratazione e metabolismo dei dischi.

 

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inserita il: 31/10/2006