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La gentilezza nella forza

Tra i molti miti e le molte leggende che riguardano la storia e la cultura del Giappone, una di queste fa risalire la vera origine del popolo giapponese all'esito di un incontro di lotta. Secondo la leggenda, tale origine e la successiva supremazia sull'isola fù probabilmente stabilita quando il dio Take-mikazushi vinse un cambattimento di sumo contro il capo di una tribù rivale.

Dalle testimonianze tutt'oggi disponibili, a prescindere comunque dalle leggende, si ritiene che le origini del sumo risalgano al V secolo, facendone uno degli sport più antichi, in cui la componente simbolica e religiosa era predominante rispetto all'incontro di lotta in se stesso. I primi combattimenti di sumo, avevano la caratteristica di forma rituale dedicata agli dei per ingraziarli in vista dei raccolti, e consistevano nella rappresentazione di danze sacre che venivano eseguite all'interno delle mura dei templi. Solo verso il XVIII secolo il sumo venne introdotto tra le cerimonie che si svolgevano alla corte dell'imperatore. Da un punto di vista formale ed etico-sportivo, i primi combattimenti erano però delle sorte di zuffe in cui erano combinati elementi di lotta e di pugilato e dove non vigevano restrizioni e proibizioni di sorta sul modo di lottare. Questo modo di interpretare la lotta, poco si confaceva alle regole formali ed estetiche che vigevano a corte, tanto che proprio sotto il patrocinio dell'imperatore vennero codificate le prime precise regole e sviluppate tecniche caratteristiche, che si sono integralmente conservate e tramandate fino ai giorni nostri.
Durante il periodo Kamakura, epoca in cui il potere era nelle mani delle classi militari, il sumo era considerato solo da questo punto di vista; veniva interpretato cioè come strumento di crescita delle potenzialità militari del lottatore, tanto da dare origine nella casta dei samurai come sua diramazione al jujitsu.
Nel successivo shogunato Tokugawa, durante il quale si raggiunsero le condizioni per l'instaurazione della pace, la conseguente ascesa al potere di una nuova classe dirigente portò al raggiungimento di una prospertità sociale che per quanto riguarda il sumo significò la nascita di gruppi di lottatori professionisti che avevano il compito, con le loro esibizioni, di intrattenere la popolazione. Grazie al grande seguito che ebbe questa iniziativa, il sumo assunse il ruolo di sport nazionale, e mantenne la sua origine e tradizione fino ad oggi, con la nascita dell'attuale Federazione Giapponese di Sumo che affonda le sue origini proprio da questi gruppi di lottatori che si erano costituiti nel periodo Edo. Le regole e i secolari rituali tramandati inalterati fino ad oggi rendono il sumo unico nel panorama degli sport praticati nel mondo, che per la maggior parte hanno subito nel corso del tempo modifiche e cambiamenti.

L'area entro cui si svolgono gli incontri di sumo, prende il nome dalla paglia di riso; costruita su terra battuta, consiste in una piattaforma quadrata con una parte centrale circolare formata da balle di paglia di riso mista a fango ancorata saldamente al suolo, e prende il nome di dohyo. La parte circolare é formata da due cerchi concentrici il più interno dei quali è la zona in cui avviene il combattimento; ha un diametro di circa 4.5 metri, un'altezza di circa 50 cm, ed é ricoperta da un sottile strato di sabbia. La piattaforma nel suo complesso é coperta da un tetto di paglia che fa assomigliare tutta la struttura ad un tempio; dai quatto angoli del tetto pendono quattro grandi fiocchi colorati ( bianco, rosso, verde, nero) che rappresentano la quattro stagioni.

Annualmente vengono organizzati sei grandi tornei ognuno dei quali dura quindici giorni; risulta vincitore del torneo il lottatore che ha vinto più incontri, e viene premiato con la coppa dell'imperatore. Il termine giapponese per indicare il lottatore di sumo é rikishi che significa gentiluomo della forza. In ogni torneo sono contemplati altri tre premi; uno per la tecnica, uno per lo spirito combattivo e uno per colui che vince contro il grande campione o yokuzuna. Per entrare a fare parte di queste speciali classifiche, il rikishi deve avere vinto almeno otto incontri sui quindici disputati.

 

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inserita il: 09/01/2007